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La stanza dei sogni era la camera da letto di Alessandro Farnese nel Palazzo di Caprarola, il suo rifugio notturno tra gli affreschi illustrati che evocano il legame con le forze celesti tramite gli angeli messaggeri in continuo contatto con le incertezze terrene.
Ed era proprio per la consapevolezza di queste incertezze che Alessandro sognava serenità e prosperità, ma sognava anche di proteggere il patrimonio di famiglia costruito in cinque secoli di servigi alla Chiesa. Del resto non aveva più le figure di riferimento della sua famiglia, il padre venne ucciso a Piacenza nel 1547 ed il nonno Paolo III morì due anni dopo.
Ecco quindi che nella Stanza dei Sogni è presente l'allusione alla richiesta di benedizione sulla famiglia rappresentata nell'ovale. L'immagine prende in prestito una scena del vecchio testamento in cui Dio invia gli angeli messaggeri a rassicurare Giacobbe dicendogli che veglierà su di lui e che le terre su cui egli giace rimarranno alla sua famiglia e ai suoi discendenti.
Nella Stanza dei Sogni vengono narrati fatti biblici in cui vanno letti messaggi ermetici come il sogno di Nabbucodonosor, sovrano di Babilonia, raffigurato in una lunetta della volta. Il re sogna una grande e possente statua con la testa d'oro, il busto e gli arti di metalli diversi ma i piedi di creta determinando la sua fragilità. Probabilmente il sogno è un desiderio non troppo celato del card. Alessandro Farnese, il quale comprende la precarietà degli equilibri del ducato di Castro e quello di Parma e Piacenza, ed allude alla benevolenza di Dio, nel nome del quale è stato eletto cardinale.
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