Palazzo Farnese, facciata principale

Pagine dedicate alla storia e alla realizzazione del Palazzo Farnese di Caprarola, una delle opere tardo rinascimentali più importanti d'Europa, con foto, mappe ed informazioni utili.

Il primo progetto per la costruzione del Palazzo Farnese, voluto dal card. Alessandro Farnese il vecchio, fu affidato ad uno dei più importanti architetti dell'epoca, Antonio da Sangallo il giovane coadiuvato da Baldassarre Peruzzi.
Nel 1530 circa iniziarono i lavori per il basamento di una fortezza pentagonale con cinque bastioni angolari, di cui, all'apice del pentagono, uno diverrà il torrione principale. Subito dopo, nel 1534, i lavori vennero sospesi a seguito dell'investitura pontificia del card. Alessandro Farnese a papa Paolo III.

Il card. Alessandro Farnese il giovane
Alessandro
Farnese juniore

Qualche anno più tardi il nipote omonimo di Paolo III, card. Alessandro Farnese il giovane, si ritirò a Caprarola per dimenticare l'uccisione del padre Pier Luigi (duca di Castro, Parma e Piacenza). Erano molti infatti i nemici dei Farnese, famiglia di antica stirpe ma divenuta influente e potente proprio a causa della nomina di papa Paolo III.
Pier Luigi, figlio del papa, era di forte temperamento, prepotente ed arrogante, e questo non favorì certo i rapporti diplomatici con le altre potenti famiglie emiliane che si erano viste strappare il controllo su alcune terre strategiche.
Alessandro Farnese il giovane s'innamorò subito di Caprarola, ameno rifugio vicino a Roma, salubre e fresco in estate.
Pensò quindi di riprendere il sogno di suo nonno Paolo III di terminare la costruzione della fortezza iniziata da suo nonno, ma ingentilendone le forme. Quindi chiamò alle sue dipendenze un novo architetto molto in voga in quel periodo, Jacopo Barozzi da Vignola uno dei massimi esponenti del manierismo che aveva fatto delle "belle cose" nella Reggia di Fontainebleau in Francia.
Nel 1559 su disegno del Vignola, iniziarono i lavori dell'opera più insigne dei Farnese, più esclusiva del Palazzo Farnese di Roma.



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Vi lavorarono i pittori più importanti, gli architetti più illustri, il meglio del meglio che a quei tempi si potesse avere nello studio di una grande pianificazione urbanistica che vide, appunto, non solo la realizzazione del Palazzo ma anche la ricostruzione del nucleo urbano che rigorosamente doveva essere adattato alla mole ed al pregio del Palazzo.
Così oggi possiamo apprezzare la complessa struttura architettonica del Palazzo Farnese, i mirabili affreschi e le false immagini di porte, finestre, tende, marmi e statue in un susseguirsi di giochi visivi al punto da confondere il visitatore, ma anche le meraviglie che si scoprono dall'alto.


Il Palazzo Farnese e la Via Dritta

 


Il Palazzo Farnese fu costruito in pianta pentagonale, su una base che doveva ospitare una fortezza, circondato da un profondo fossato in cui oggi si riconoscono i grandi bastioni angolari.
Gli spazi vennero concepiti secondo criteri ed esigenze ben precise, tra cui la divisione degli ambienti in due zone: quella estiva a nord, e quella invernale ad ovest. Le scale della servitù vennero ricavate negli spessori dei muri e non dovevano in nessun modo comunicare con gli ambienti dove si svolgeva la vita del cardinale.

Gli Interrati del Palazzo Farnese, il cui accesso era consentito dalla grande piazza antistante, aprivano il passaggio alle carrozze. In questa zona erano disposte anche le cucine, i magazzini ed i servizi necessari alla servitù.
Qui si collegava anche la Scala del Cartoccio, che sale nascosta all'interno delle pareti fino al tetto, così chiamata poiché, essendo elicoidale, una guida scolpita sul suo corrimano permetteva di far scendere dall'alto della scala un cartoccio di carta riempito di sabbia o di un sassolino.
Ciò permetteva di far scendere messaggi veloci in segretezza.

Il Piano Rialzato del Palazzo Farnese
Al di sopra dell'interrato si trova il Piano Rialzato, detto dei Prelati, a cui si accede dalla scala interna o da quella esterna, sopra all'ingresso degli interrati. Già in questo piano si trovano le stanze affrescate da Taddeo Zuccari, come le Stanze delle Stagioni che narrano negli affreschi i fatti di Giove, le cui prospettive, ideate dal Vignola, dilatano gli spazi in una visione irreale.
La Stanza delle Guardie, invece, venne affrescata da Federico Zuccari dopo la morte del fratello.

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Il Cortile circolare visto dal piano nobile

 

Attraverso questi ambienti si raggiunge lo straordinario cortile progettato dal Vignola in forma circolare, composto da due caratteristici porticati sovrapposti le cui Volte vennero magistralmente affrescati da Antonio Tempesta, come pure le pareti della scala elicoidale. Questa originale interpretazione usciva dalle regole dell'epoca, poiché la scala per raggiungere i piani superiori, che solitamente veniva costruita nel cortile, fu ricavata internamente e rappresentò tutto l'estro del Vignola, tanto che venne chiamata Scala Regia.
Una superba scala che ruota su trenta colonne di peperino attraverso la quale si dice che il Cardinale poteva raggiungere la sua camera da letto anche a cavallo, ma questo non è mai stato documentato.

Sopra al piano rialzato del Palazzo Farnese venne costruito il Piano Nobile, diviso in due appartamenti: quello dell'estate affrescato quasi totalmente da Taddeo, e, in parte da Federico, mentre quello dell'inverno dal Bertoja, da Raffaellino da Reggio e da Giovanni De Vecchi.
Qui si trova anche la camera da letto del cardinale, detta anche Camera dell'Aurora, e la stanza delle celebrità della famiglia Farnese, detta Stanza dei Fasti Farnesiani che narra negli affreschi la storia della famiglia fin dai suoi antenati. Nello stesso piano si trova l'Anticamera del Concilio, dove l'attenzione è rivolta alla figura di Paolo III e al Concilio di Trento.
Nel 1566 muoiono Taddeo ed Annibal Caro. Taddeo venne sostituito dal fratello Federico, mentre Annibal Caro fu sostituito con Ottavio Panvinio e Fulvio Orsini. Federico affrescò parte delle stanze del piano nobile e soprattutto la raffinatissima Cappella in cui dimostrò tutta la maturità artistica, mentre le elaborazioni del pavimento vennero disegnate dal Vignola.
Segue la Sala di Ercole, voluta da Annibal Caro con un grande loggiato. I pregevoli affreschi, realizzati da Federico, si rifanno alla mitologia ed in particolare alla leggenda di Ercole che diede origine al lago di Vico. Questo suggestivo loggiato si affaccia a sud, sul piazzale e sul paese tagliato dalla via dritta ed intorno immensi panorami.
L'iniziale sudditanza di Federico, nei confronti del cardinale, si trasformò in arrogante presunzione dopo aver raggiunto un certo livello di bravura e per questo motivo venne sostituito dal cardinale con Giacomo Zanguidi detto il Bertoja il quale lavorò nelle Stanze della Penitenza, dei Giudizi, quella dei Sogni e quella degli Angeli. Altri artisti lavorarono dopo il Bertoja, tra cui Giovanni De Vecchi e Raffaellino da Reggio.

Sala del Mappamondo o delle carte geografice

Una delle stanze più affascinanti è la stanza delle Carte Geografiche, o del mappamondo, affrescata da Giovanni Antonio da Varese, probabilmente con la collaborazione di Raffaellino da Reggio e Giovanni De Vecchi, ma non è noto il nome del pittore che realizzò l'opera più affascinante della stanza, ovvero l'originale rappresentazione dello Zodiaco nella volta del soffitto.


Il Vignola morì nel 1573 ed i lavori vennero terminati nel 1575 insieme al quarto e quinto piano riservati agli staffieri e ai cavalieri.

 



Insieme alla meravigliosa Villa, i Farnese fecero costruire un grande parco al ridosso del palazzo, con spettacolari giochi d'acqua, cascate, sculture e Giardini all'italiana.
All'esterno delle mura si costruirono le Scuderie, per ospitare cavalli, carrozze, fienili e gli alloggi per gli addetti.

Con la costruzione di questa grandiosa opera, realizzata in soli 27 anni, si avviarono una serie di lavori per adattare l'assetto urbano alle esigenze architettoniche del Palazzo Farnese, abbattendo alcuni edifici medievali per costruire ponti ed una inconsueta "via dritta" raro esempio di urbanistica cinquecentesca che avrebbe attraversato il centro abitato, dai piedi del paese fino al piazzale del Palazzo.

Nel borgo, invece, venne realizzata, la Chiesa di Santa Maria della Consolazione e la Chiesa di Santa Teresa.


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Per le visite guidate
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Per la ricchezza del materiale vi rimandiamo alle pubblicazioni dedicate al Palazzo:

mt_ignoreIl Palazzo Farnese di Caprarola >>
80 pagine - 2013
Testi di Maurizio Vecchi e Paola Cimetta
foto di Maurizio Vecchi
Edizioni Il Pentagono




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