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I Giardini all'italiana di Palazzo Farnese si estendono all'interno di un complesso monumentale, dai giardini bassi, a ridosso del Palazzo, salendo in oltre il boschetto di abeti bianchi dove esplode lo spettacolo con sculture, fontane, giochi d'acqua, labirinti di bosso.
Non semplici giardini con alberi, aiuole e giardini all'italiana ma un complesso monumentale che si estende sulla collina, a ridosso del Palazzo, a cui lavorarono il Vignola, Giacomo del Duca, Girolamo Rainaldi.
Il Vignola ebbe il compito di trasformare la fortezza iniziata dal Sangallo in una Villa aristocratica e di adeguare il verde retrostante ad un bel giardino per allietare i momenti intimi del cardinale, e per stupire i numerosi ospiti e visitatori.
Un progetto che fosse un'estensione artistica ed architettonica del Palazzo rispettando le rigide regole dei giardini rinascimentali con linee rette e precise forme geometriche, oltre ad una logica presenza di fontane e giochi d'acqua.
Così il Vignola realizzò un ventaglio di giardini all'italiana che si aprono a ridosso della Villa, due quadrati geometrici, uno orientato a sud ovest e l'altro a nord est, un giardino d'inverno ed un giardino d'estate, ognuno in corrispondenza dei relativi appartamenti dai quali si accedeva obbligatoriamente tramite due piccoli ponti che scavalcano il fossato, appositamente creato per separare il Palazzo dal banco di tufo.
Ad ogni ponte, e quindi ad ogni porta, corrisponde un viale, un rettifilo che attraversa i quadrati di bosso e si dirige ognuno ad un riferimento specifico legato all'acqua.
Quello nel giardino d'inverno è una grotta artificiale scavata nel tufo, rivestita di concrezioni calcaree, con una vasca per raccogliere giochi d'acqua, statue di satiri.
Nel viale opposto, nel giardino d'estate, venne ricostruito un piccolo portico con giochi d'acqua dove Alessandro amava pranzare al fresco in compagnia del cinguettio degli uccelli e dei suoni dell'acqua.
Ma il Vignola esaudì anche i capricci di Alessandro a cui piaceva sorprendere i suoi ospiti con piccoli scherzi come i numerosi zampilli che all'improvviso s'innalzavano dai pavimenti policromi del giardino.
Non fu semplice realizzare i giardini, come del resto tutto il complesso monumentale… il vero grande ostacolo, che poi fu l'elemento caratterizzante di tutto il progetto e che permise di mettere in posizione dominante la residenza, fu la collina che digradava dal crinale della conca craterica fino a valle. Vai alla pagina dei Giardini alti e della Casina del Piacere
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Bibliografia
Maurizio vecchi e Paola Cimetta - Il Palazzo Farnese di Caprarola
Francesca Romana Liserre - Grotte e Ninfei del '500
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