La Guida sul comune di Caprarola
Qui trovi informazioni per conoscere la città ed il suo territorio, cosa vedere, cosa fare, dove mangiare e dove dormire
La Guida sul comune di Caprarola
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Il decreto Gelmini divide l'Italia e il popolo rinnega se stesso senza saperne il motivo, mentre la strumentalizzazione arriva fino alle fasce infantili.
Intanto il Governo tenta di parare la mandria scatenata che corre nelle vie del centro di Roma, ma come si dice.... inutile chiudere i cancelli quando i buoi sono usciti. In effetti non si capisce bene perché tanta manifestazione contro un decreto peraltro ormai approvato.
Un decreto è un decreto, punto e basta.
Si intuisce chiaramente che il problema, come al solito è politico, non è economico o delle riforme, perché sia chiaro questa non è una riforma ma l'attuazione del piano finanziario di Tremonti.
La Sinistra, distrutta, tritata come carne macinata dalle precedenti elezioni, cerca di cavalcare l’onda scatenando le contestazioni studentesche, un pò come il '68 ma allora c'era una cognizione di causa, mentre oggi gli studenti, la maggior parte, non sanno per chi e per cosa stanno manifestando. Loro rispondono che contestano i tagli alla scuola non sapendo, forse, che il taglio è soltanto del 3%, una cifra irrisoria rispetto agli enormi sprechi causati proprio dalla scuola, e che il decreto riguarda "esclusivamente" le scuole elementari, mentre la Gelmini sta obbligando gli editori a non cambiare il contenuto dei libri per i prossimi 5 anni per alleggerire il caro libri alle famiglie.
Insomma i conti Walter li ha fati proprio bene, sproniamo gli studenti, sempre incazzati e pronti a contestare, allarmiamo tutti gli insegnanti che con “l’insegnante unico” probabilmente un terzo di loro verrà falciato, più probabilmente ricollocato, ed il gioco è fatto: chi non scenderà in piazza per tutelare il proprio posto di lavoro? Se è vero che sono circa 1.800.000 i docenti, se ognuno portasse il compagno, un amico e magari i figli studenti è ovvio che in piazza ne potremmo contare anche 2.500.000.
Ma in piazza, alla faccia della tutela dei minori, sono stati trasportati anche i bambini i quali di certo non sanno contro cosa o chi manifestare, e questo la dice lunga sulla spregiudicatezza degli organizzatori dei cortei. Ci viene da ricordare lo sguardo affranto di Walter durante l'ultima campagna elettorale quando accusava l'avversario di spargere veleno, violenza e cattiveria.
Oggi lo vediamo capofila ai cortei indifferente delle conseguenze, degli scontri violenti che inevitabilmente sono avvenuti tra le sponde politiche studentesche, perché la violenza subentra quando ci si scontra. Ma la colpa delle sommosse viene attribuita dalla Sinistra e dai Mass Media, non ai manifestanti, non a chi sprona le contestazioni, ma al Governo che se interviene diventa violento, se rimane a guardare evitando di alimentare le tensioni, diventa indifferente.
Il Ministro Gelmini ha commesso un errore di valutazione sul grande successo delle precedenti elezioni, sottovalutando un colpo di coda della sinistra che certamente è ridotta sul lastrico ma che sa ancora mettere il dito sulle piaghe perennemente aperte del popolo, e prima che il governo dimostri di saperle e poterle curare, ci butta sopra una manciata di sale ed il gioco è fatto.
Ecco quindi che gli italiani votano Silvio perché stanchi di una sinistra fallita e di una situazione economica mondiale notevolmente disastrata, poi rinnegano il proprio voto convinti da Walter che, nel tentativo di risalire in sella ad un partito ormai inesistente, li convince a manifestare per i loro diritti. Ma quali sono i diritti degli italiani? Se tutti sono pronti a sposare i programmi di risanamento pubblico, riduzione delle tasse, dell'eliminazione degli sprechi pubblici, come è possibile che al primo intervento si scenda a manifestare? Per cosa?
Tutti concordi sulla difficile situazione economica internazionale, per la quale molte famiglie che vivono con lo stipendio da dipendente o da operaio non riescono ad arrivare alla fine del mese. Chiaro a tutti già dal governo precedente che dobbiamo tirare la cinghia, perché i prossimi 2, 3 o 4 anni saranno ancora più difficili.
Che fine ha fatto lo slogan operaio - sindacale che diceva: “lavorare poco lavorare tutti”? Forse sarebbe meglio vivere con uno stipendio invece che niente ma ssembra che certe campagne proletarie vanno bene quando riguardano gli altri.
Certo che comprendiamo lo stato d'animo di tutti quegli insegnanti che rischiano il posto di lavoro!
Capiamo le loro paure per un domani forse ancora più difficile, le difficoltà nel mantenere la famiglia ecc. ecc. Allo stesso modo, però, capiamo tutti i lavoratori, di ogni settore, da quello pubblico a quello privato.
Come si può essere indifferenti alla prospettiva di perdere il proprio stipendio? Sul quale si è investito, magari comprando una casa o una macchina che sarà difficile pagare con un solo stipendio?
Non si può ignorare questi aspetti drammatici che condizionano la vita di tutti gli italiani, non solo degli insegnati a rischio.
Non si può essere indifferenti dinanzi a queste problematiche, a prescindere dagli schieramenti politici. Di destra o di sinistra non fa differenze perché certe problematiche non appartengono solo alla sinistra come ogni volta invece tenta di far credere, ma non si può neanche pensare di amministrare l'Italia con i soliti assistenzialismi, mantenendo milioni di persone solo perché ti passano il voto.
Questo modo di fare non è di una Repubblica, ma è un sistema gestionale tipico mafioso: mi dai il pizzo e ti proteggo, mi dai il voto e ti do lavoro.
E’ vero quel che dice Travaglio, scrittore e giornalista tanto caro alla sinistra: gli italiani siamo un popolo di mafiosi. Talmente abituati al sistema che ormai non possiamo vivere senza.
Finché questo non è chiaro sarà difficile parlare di diritti.
Cosa ne pensate del decreto Gelmini?
Di Admin (del 31/10/2008 @ 10:39:35, in articoli, linkato 1185 volte fino al 31/12/2010)
Commenti
| # 1 Ma se è vero come dicono che licenzieranno molti insegnanti, che fine faranno le maestre di caprarola? Di Laura (inviato il 31/10/2008 @ 12:52:05) # 2 Ma come si può dire che cito testualmente : "Insomma i conti Walter li ha fati proprio bene, sproniamo gli studenti, sempre incazzati e pronti a contestare, allarmiamo tutti gli insegnanti che con “l’insegnante unico” probabilmente un terzo di loro verrà falciato, più probabilmente ricollocato, ed il gioco è fatto..." ma dico ci siamo dimenticati gli ideali per i quali 40 anni fa siamo scesi tutti in piazza?? Oggi ci ritroviamo da punta e a capo con un governo che pensa solo a fare tagli all'istruzione per risanare la situazione finanziaria delle banche ...beh proprio un bel modo questo per risanare il paese... Di luigi (inviato il 31/10/2008 @ 13:04:14) # 3 Quasi me lo aspettavo un articolo sulla vicenda. Spero non sia indirizzato agli insegnanti di Caprarola perché verrebbe a mancare una certa sensibilità verso chi ha tentato di insegnare con ogni mezzo nonostante le difficoltà a cui è spesso siamo costretti, senza mai privare i bambini del loro diritto. Non so dire quanto sia giusto il decreto, o quanto le manifestazioni rivendichino esattamente i nostri diritti. Posso solo dire che non è giusto mettere alla porta un insegnante, che è anche un cittadino e che spesso è anche un genitore. Nel contempo, noi insegnanti, abbiamo dovuto adattarci al teatrino della Scuola, condividendo le stesse cattedre con insegnanti frettolosi, più attenti alle loro esigenze che alla riuscita del programma o alla formazione del bambino. Credetemi, è difficile insegnare oggi: le priorità spesso sono al di fuori della propria classe e purtroppo, per alcuni insegnanti, entrano dentro la classe mettendo tutto il resto in secondo piano. Fare l'insegnante non è un lavoro qualsiasi, non si va a timbrare il cartellino: è una missione, un compito faticoso, a volte troppo pesante. Lo scopo è di aprire il mondo ai bambini, verso la scuola, verso la società dopo aver acquisito le prime basi e le prime sicurezze per affrontale più decisamente "le scuole medie". Per tanti motivi sono favorevole al maestro unico, che sia però una figura nuova, più preparata sotto ogni profilo, culturale, psicologico e pedagogico. Di insegnante (inviato il 31/10/2008 @ 13:48:25) # 4 Insegno alle elementari da quasi vent'anni se io potrei cambiare la legge lo farei subito perchè IL LAVORO E' UN DIRITTO DI TUTTI!!! Di una maestra (inviato il 31/10/2008 @ 15:45:49) # 5 la maggior parte degli insegnanti portano a casa uno stipendio che si somma a quello del coniuge, spesso entrambi dipendenti pubblici. Ci sono famiglie che per vari motivi non hanno neanche uno stipendio intero. Cosa me ne frega a me se licenziano un maestro se a nessuno interessa delle mie difficoltà? La scuola è una lobi, si entra per raccomandazioni. Di Michele (inviato il 31/10/2008 @ 16:02:27) # 6 X una maestra "se io POTREI cambiare la legge"??? Se io potessi licenziare i maestri... Di Terza media... (inviato il 31/10/2008 @ 17:27:01) # 7 Io sono per il maestro unico, così so con chi devo prendermela se ho problemi. E' anche vero che se capita con l'insegnante sbagliato è un disastro ma almeno basta cambiarne uno. Di mamma (inviato il 31/10/2008 @ 17:59:13) # 8 Quando io facevo le elementari avevo un maestro talmente imbecille che credeva di insegnarci modi ed educazione a suon di schiaffi. A dir la verità non era l'unico coglione della scuola: altri maestri e maestre avevano l'abitudine di piegare gli alunni con la forza. Poi i tempi sono cambiati, fortunatamente, ed oggi guai ad alzare le mani su un alunno. Sono convinto, però che si è superato un limite e che insegnare più disciplina, oltre che le importanti materie scolastiche, sia il passo più importante seppur con i dovuti modi. Quindi io sono per il maestro unico anche lui sottoposto a giudizio: se funziona bene, altrimenti a casa con un calcio in culo così come facevano i maestri un tempo con gli alunni. Di Francesco (inviato il 31/10/2008 @ 18:10:16) # 9 Ma quale maestro unico??? ma vi rendete conto di quello che significa in termini di occupazione? più di un terzo degli insegnanti resterà senza lavoro e questo voi come lo chiamate? Inoltre per rispondere a Michele vorrei dire che è proprio perchè siamo nelle mani di persone che la pensano come lui che ci troviamo in questa situazione disastrosa..ognuno pensa per se e al proprio profitto se poi il resto dell'italia va a rotoli chissene frega. Complimenti, davvero un bell'esempio! Di Ilaria (inviato il 31/10/2008 @ 18:37:57) # 10 Cara Ilaria io non sono un torturatore di insegnanti. Se lo Stato non ce la fa a far quadrare il bilancio perché spende di più di quello che incassa, bisogna far qualcosa. Le tasse non le vogliamo pagare, le medicine non le vogliamo pagare, le multe non le vogliamo pagare il canone Tv non lo vogliamo pagare. In compenso vogliamo lavorare sempre meno, guadagnare sempre di più, avere la macchina bella, la tv da 40 pollici, il dvd, il telefonino, ipod, palestra, vacanze... ma mica siamo in un film. Purtroppo i tempi belli sono finiti e la colpa non è solo di chi ci governa perché la responsabilità più grande è la nostra. Se un insegnante può andar bene invece di tre, io sono d'accordo. Quando la vacca sarà ingrassata allora vedremo. Di Michele (inviato il 31/10/2008 @ 19:03:43) # 11 Sono un genitore che non sa giudicare se questa legge è giusta o sbagliata. Nella mia vita ho subito vari licenziamenti mai per punizione: riduzione personale, difficoltà aziendali e roba varia. O sempre ricominciato, ho trovato altri lavori più o meno meglio di quelli persi. Mi sono sempre impegnato e non ho mai avuto grandi difficoltà. Però ho avuto sempre tanta paura di non farcela. Non mi ha mai aiutato nessuno, neanche i sindacati di cui avevo la tessera, né il partito di cui avevo la tessera, tanto meno il governo che non voglio giustificare né condannare. Questa è la vita, ragazzi, la vita che cambia. Non è più come una volta in cui si iniziava con un lavoro e ci si andava in pensione. Parte della colpa è stata nostra e dei sindacati a cui sta a cuore solo il potere. Non sono altro che politici che si sono ritagliati un orticello e guai chi glielo tocca. I lavoratori? Se li sistemano meglio altrimenti son cazzi loro e la # 24 Cara Elena, l'immobilismo è vero che ha fatto tanti danni ma ne ha fatti molti di più il decisionismo senza confronto: quello per capirci del ventennio fascista. In quel tempo si decideva e basta; senza discutere, ed i danni che sono seguiti li conosciamo. Una riforma della scuola e dell'università non si è mai fatta per decreto legge sul quale, peraltro, si è posto il voto di fiducia. E' stata una decisione affretatta, non ponderata, adottata dal Governo e non dal Parlamento (a cui, fino a che non verrà cambiata la Costituzione Italiana, spetta il compito di legiferare) e sulla quale non vi è stato il minimo confronto con nessuno; nemmeno con i parlamentari del centro destra tant'è che hanno posto il voto di fiucia. Questo è ciò che si dice "calpestare la costituzione e con essa la democrazia". Questo decisionismo che calpesta anche il diritto al confronto (tra pò toglieranno anche quello di manifestare) è sempre più similead un fascismo strisciante. Se a voi sta bene OK. A me non piace. Di Biagio (inviato il 01/11/2008 @ 20:03:29) # 25 A Bia', non se regge più sta retorica. E' possibile che non si può affrontare un problema attuale senza legarlo alla politica e per giunta egli errori della politica tornando indietro di 50 anni e sempre e comunque scaricando le responsabilità verso una unica direzione? Non c'è e non può esserci confronto in questi termini. Se Prodi chiede la fiducia e decide va bene, se lo fa questo governo è sacrilegio. Se a te non piace come stanno le cose adesso, forse ad altri non stavano bene prima, quindi se ci si vuole venire incontro va bene, per confrontarci dobbiamo spogliarci di retorica, vizi e demagogia, meglio evitare anche le previsioni del futuro perché può essere divertente ma poi diventi monotono. Di Elena (inviato il 01/11/2008 @ 22:30:54) # 26 Io sono a favore del maestro unico. Non penso di essere all'antica e soprattutto credo che se il governo non sarà indulgente, insomma se farà sul serio, anche gli italiani lo prenderanno sul serio e cominceranno ad essere meno lavativi e indisciplinati. Finora abbiamo avuto politici incapaci di governare e bravi a riempirsi le "saccocce". Sarà la vorta bona? Di Luigi (inviato il 02/11/2008 @ 17:26:54) # 27 Che fine faranno tutti gli insegnanti che verranno tolti dall'insegnamento? E' vero che verranno inseriti in altri posti pubblici? Lo Stato si prenderà cura di loro? Di Rino (inviato il 02/11/2008 @ 17:34:11) # 28 Elena, il governo Prodi (e nessun altro Governo prima di Berlusconi-Gelmini) non ha fatto la Riforma della scuola (o di qualsiasi altra cosa) per decreto legge con conversione in legge tramite voto di Fiducia. Il Governo Prodi, come il Governo Berlusconi, ha chiesto molte volte la fiducia ma mai per una Riforma, men che mai quando adottata con decreto legge. Questi sono fatti non demagogia, nè retorica. Per la verità la finanziaria 2008, dopo anni in cui i Governi (soprattutto Berlusconi) avevano approvato le finanziarie tramite voto di fiducia, è stata approvata con iter parlamentare normale e cioè senza voto di fiducia. Elena, non si tratta di retorica o demagogia, ma di metodo... e quello adottato dalla Gelmini, anche senza entrare nel merito del provvedimento, è sbagliato in quanto non ha precedenti nella storia della Repubblica Italiana. Di 706219 (inviato il 02/11/2008 @ 19:52:28) # 29 Speriamo che tutti quelli che sono a favore di questo decreto ne paghino le conseguenze di prima persona! Così potranno capire a cosa si va in contro! Basta con questa malainformazione che abbindola i più "ingenui". Poi si viene a dire che sulla rai ci sono troppi giornalisti di sinistra! Non gli basta mediaset per far credere quel che vogliono? Di Gianni (inviato il 04/11/2008 @ 21:28:48) # 30 Gianni ma a quale disinformazione ti riferisci? Hai già letto parola per parola il decreto della Gelmini? Hai valutato il contenuto ho ne hai solo sentito parlare? Se ne parla delle cose sempre per sentito dire o per una individuale interpretazione, deformando sempre la realtà in paricolar modo quando il confronto avviene da due sponde opposte che non sono disposte a riconoscere i meriti altrui. Per me le conseguenze del modo di amministrare della sinistra le stai già pagando e augurandici che cada il governo Berlusconi tutte quelle persone che arrivano a malapena alla fine del mese, non arriveranno al 15. I capitalisti di destra, in fin dei conti, questi problemi non li hanno e non li avranno neanche i politici di sinistra perché si autofinanzieranno con il loro stipendio statale. Lavoratori pubblici e privati continueranno a prendere lo stipendio, forse, ma al 15 del mese inizieranno a chiedere prestiti, non certo alle banche che senza un reddito garantito non prestano un euro a nessuno, ma li chiederanno ai cravattari così come avviene già e dopo breve tempo si troveranno come il "cerasaro". Tutti sono bravi a parlare: no ai tagli della scuola, della sanità, del sociale, della ricerca ecc. Sembrano come tanti bambini capricciosi che pretendono a tutti i costi il lecca lecca, anche se papà non ha soldi. Quando tagliava Prodi... che voi fà, dovemo risanà... Se taglia Berlusconi... che voi fà nun sanno quello che fà... Di Marco (inviato il 04/11/2008 @ 22:00:36) # 31 Vorrei sapere quanti si basano su informazioni certe, su fonti affidabili. E quanti soprattutto parlano con ragionamento critico dell’oggetto di discussione. Vivo quotidianamente l’università, sono direttamente interessata di quello che succede e credo di poter parlare con una certa cognizione di causa, senza fare discorsi faziosi. Una piccola premessa è necessaria: i tagli di bilancio non rispondono ad alcun progetto culturale, ma a una concezione aziendalistica del sistema universitario, che prescinde dai problemi reali della formazione e della ricerca. Questo basterebbe già a rendere poco consono un progetto del genere, ma se proprio vogliamo parlare di bilanci, allora prendiamo i dati in mano. Il sistema universitario italiano si trova ai livelli più bassi di competitività in Europa e nel mondo, con finanziamenti pari all’1,1% del Pil destinati alla ricerca, contro stanziamenti DOPPI in Germania e in Francia e mediamente superiori del 50% in Europa (non parlo per “sentito dire”, le fonti si possono trovare sul sito dell’OCSE www.oecd.org ). Di Laura (inviato il 07/11/2008 @ 17:03:24) # 32 Lo scarso rendimento del sistema formativo italiano (delineato da ricerche come il PISA www.pisa.oecd.org), che piazza l’Italia al pari di Messico o Grecia, non è in rapporto con i livelli scientifici delle università, ma con gli esigui stanziamenti in questo campo in rapporto al Pil. Mentre negli altri paesi “ricchi” (scusate il termine, ma non riesco a trovarne un altro adeguato), la cultura è un indicatore di ricchezza, per noi non è così. Segno evidente del fatto che spendiamo male le nostre risorse in campo educativo, diventando ricchi, ma stupidi! Qual è la conseguenza? La maggior parte dei giovani ricercatori italiani, secondi per numero solo ai ricercatori della Germania, scelgono per un terzo di realizzare la propria attività in laboratori all’estero o, ancora peggio, abbandonano la ricerca per altre professioni, lasciando l’università. Insomma, l’università crea e investe in un prodotto che poi non riesce a fornire un guadagno concreto…almeno non in Italia (qualcuno di voi finanzierebbe un processo del genere?). Di Laura (inviato il 07/11/2008 @ 17:03:56) # 33 La privatizzazione è appunto l’altro tasto dolente della questione: fare questo passo significa avviare un processo irreversibile e assolutamente dannoso. Non solo si toglierebbe la possibilità a tanti di accedere all’università, visti i quasi inesistenti stanziamenti privati, ma soprattutto ad un’università competitiva, produttiva, che sia ben lontana dall’essere una semplice azienda. Senza contare che, intraprendere questa strada, sarebbe l’ennesimo esempio di come l’Europa cerca di avvicinarsi sempre più al modello americano, ripercorrendone sistematicamente gli errori e dimenticando la sua tradizione più profonda. Il contesto educativo italiano ha bisogno di una forte revisione ( i tagli servono, ma al posto giusto!), ma con tempi adeguati e nel rispetto di quelle che sono le sue caratteristiche. Scuola e università non si stanno opponendo ad una “riforma”, perché il ministro Gelmini non propone una riforma, ma solo dei tagli, che onestamente potrebbero anche partire da settori diversi (perché non farlo dalla politica?). Il mio ha voluto essere un contributo per cercare di andare oltre ai dibattiti su grembiuli e sul 7 in condotta. Vorrei far capire che informazioni del genere non fanno altro che deviare l’attenzione da quello che dovrebbe essere il vero nucleo della questione. Di Laura (inviato il 07/11/2008 @ 17:04:23) # 34 Ho indicato delle fonti; chi vuole può approfondire il discorso. Ma soprattutto non lasciate che la propaganda in corso vi impedisca di pensare e riflettere criticamente su quello che succede, dando credito a informazioni parziali, spesso non vere e perversamente distorte. Ad esempio, la scelta del maestro unico non è solo equivalente di risparmio, ma significa anche stroncare l’interdisciplinarietà, azzerare lo stimolo al confronto, il dialogo…in poche parole la crescita. Stiamo tornando inconsapevolmente agli anni del ventennio fascista e non è un’esagerazione: se si osservano con attenzione gli ultimi cambiamenti del sistema formativo italiano il processo risulta palese. E non bisogna nemmeno nascondersi dietro al fatto che “tanto a me che importa? Questa cosa non mi tocca, tagliamo!”. Investire sui giovani significa avere la possibilità che questo processo non vada in porto. Ovvio che chi sta al vertice punta all’opposto, ma almeno noi cerchiamo ci capirne il danno e la gravità. Di Laura (inviato il 07/11/2008 @ 17:04:46) # 35 Laura, oggi abbiamo il risultato dell'investimento fatto negli ultimi anni sui giovani. Mi preoccupa molto sapere che mio figlio crescerà come i giovani che incontro per strada, al bar, in pizzeria. Certo non sono tutti uguali. Bullismo, baby gangs, violenze su minori, droga, spaccio, furti. Siamo bravi a far retorica perché certe cose succedono sempre agli altri, spesso nei quartieri dove non viviamo e dove non vogliamo vivere. Credo nel maestro unico: figura selezionata, capace di educare e formare un bambino. Per quando riguarda l'università... cosa vuoi che ti dica. Dobbiamo distinguerla dalla scuola dell'obbligo. Sicuramente i fondi sono pochi ed è giusto contestare, ma perché allo stesso modo gli studenti non contestano le baronie che si mangiano molti dei fondi? Ormai siamo abituati a convivere con la corruzione che certe cose non le vediamo più. Il debito pubblico, lo sfascio italiano non ci riguarda più. E' Natale e ci preoccupiamo più per la nuova play da regalare a nostro figlio così rompe meno i coglioni, il nuovo cellulare che fa tutto ma che lo utilizziamo solo per gli SMS, oppure la nuova TV da 50 pollici ad alta definizione per vedere "la talpa", "l'isola dei famosi", "il grande fratello", Maria Dé Filippi, "Papi", forum, buona domenica ecc. ecc. Si vede da qui in quale Italia viviamo, chi siamo e cosa vogliamo. Questi italiani, a cui piace tanto cantare e ballare, li abbiamo formati noi. Di Francesco (inviato il 13/11/2008 @ 11:05:44) # 36 Vorrei dire a Laura che nessuno ragiona con "questa cosa non mi tocca". Ci tocca eccome. Io non me la sento più di pagare tasse su tasse per mantenere il posto di lavoro agli altri. Siamo in recessione? E' vero secondo i mass media che i prossimi anni saranno duri? Se è si cerchiamo di risparmiare e alleggerire sto peso alla gente. Non ce se la fa più a campare. Ieri sono andato al supermercato, ho comprato un cespo di insalata scarola, qualche etto di funghi champignon, mezzo filo di pane, un sacchettino di mangime per il cane, un minestrone findus, un ovetto kinder per mio figlio: 19,60 euro. Ma sono quasi 40.000 lire. Se questa la moltiplico per 20 giorni sono 400 euro, + la corrente, il telefono, l'acqua, i rifuti, l'affitto ecc. Io non dovrei arrivare neanche a metà mese non alla fine. Allora io dovrei preoccuparmi di tutte quelle persone che forse perderanno il posto, ma quando io lavoravo part time perché di meglio non trovavo e dovevo mantenere la famiglia, comprare il latte per il figlio e riscaldare un pò la casa per non farlo congelare, nessuno è si è mai preoccupato. Quindi se eliminando tante spese pubbliche, anche se comporterà il licenziamento di insegnanti, riuscirò a vivere meglio ben venga. Vuol dire che andrà per quando io non avevo i soldi per comprare un gelato al figlio e gli insegnanti andavano in vacanza. Come vedi Laura ci tocca e ci ha toccato così tanto che ora non ci stiamo più Di Stefano (inviato il 13/11/2008 @ 17:26:22) # 37 Ragionare con la destra o con la sinistra da sempre risultati diversi, da qualsiasi parte ti metti: se guardi a nord lo destra è ad est, se guardi a sud è a ovest. Dipende dove vuoi andare e dove sono i tuoi interessi. Tutto questo clamore verso il nuovo decreto che, sembra, penalizzerà alcuni insegnanti, ma non è detto, mi sembra del tutto ingiustificato. All'epoca di Prodi, il punto principale era risanare la spesa pubblica aumentando tasse e costi della vita: subito scioperi, manifestazioni, contestazioni. Va al potere Berlusconi e il governo decide di risanare il debito diminuendo le tasse, eliminando gli sprechi, riducendo la spesa: subito manifestazioni, scioperi, scontri, contestazioni. Chi faceva le manifestazioni con Prodi? Il popolo di sinistra. Chi sciopera ora che c'è Berlusconi? Il popolo di sinistra. Ma che p***e, prendetevi pure la responsabilità di ciò che fate, e abbiate la dignità di accettare le decisioni del governo che avete votato, altrimenti non andate più a votare sennò perdete credibilità. Ma poi, di quale credibilità vogliamo parlare se a Caprarola non c'è un movimento politico serio né di destra né di sinistra? La destra di Caprarola, purtroppo, fa ridere e lo sappiamo. Non c'è sostanza di niente. Del resto la cultura sta a sinistra... Quale cultura e quale sinistra? Mi rammarica moltissimo vedere i giovani di Caprarola, quelli pseudo comunisti che si scontrano con quelli di sinistra/sinistra e con quelli di meno si Di Carlo (inviato il 13/11/2008 @ 18:08:11) # 38 A che gioco stanno giocando? Perché competono tra loro e si scontrano? Mi piacerebbe tanto saperlo perché a noi sembra che ognuna delle tre sinistre voglia primeggiare e comandare. Insomma ognuna vorrebbe andare a Palazzo... per fare cosa poi? Se nessuno è capace, se fare l'assessore è pesante, ti continua: prendi un sacco di rogne, ti pagano poco... perché tutti vogliono andare in Comune e non vogliono più andarsene? Se qualcuno riuscisse a spiegarcelo, senza raccontarci balle sull'amore per il proprio paese, il dovere e altre sciocchezze, saremmo veramente felici. Di Carlo (inviato il 13/11/2008 @ 18:11:32) # 39 Credo che il mio intervento non sia stato sufficientemente chiaro, se le risposte sono queste. Io non voglio fare propaganda di alcun tipo: esistono delle questioni su cui ognuno può e deve avere un’opinione personale. È ovvio che trovo veramente triste come certe affermazioni si ispirino alla legge del taglione, ma purtroppo non posso impedirlo. Quello che tento di contrastare sono le reazioni che poggiano su basi del tutto irrazionali e i giudizi che escono dalle bocche di chi non conosce a sufficienza quello di cui parla. Si può avere anche una posizione (politica o meno) diversa da coloro che sostengono la protesta, ma non si PUÒ dire che questa non sia fondata. Magari il sistema d’istruzione non sarà una priorità per molti, ma rispettate chi ci crede ancora. Ho scritto queste precise parole: “Il contesto educativo italiano ha bisogno di una forte revisione (i tagli servono, ma al posto giusto!), ma con tempi adeguati e nel rispetto di quelle che sono le sue caratteristiche.”. Non mi sembra che questo significhi che le cose vanno lasciate perché vanno bene così, anzi… Le informazioni che ho dato vogliono far prendere coscienza del fatto che il potere ci inganna e ci fa apparire come una riforma che risanerà i nostri bilanci, un intervento per cui, al contrario, chi si arricchirà saranno solo i ricchi, perché a noi taglieranno letteralmente le gambe e forse è il caso di dire anche il cervello… Personalmente sono molto scettica sul fatto che la riforma Gelmini darà tutto quest Di Laura (inviato il 14/11/2008 @ 15:09:14) # 40 o respiro alle nostre tasche, ho spiegato i miei motivi, ma sarà il tempo a parlare. Il mio scopo era quello di dare delle informazioni concrete, affinché le idee di tutti siano meno arbitrarie (questo non significa convincere qualcuno di qualcosa). Spero che qualcuno riuscirà ad apprezzarlo. Di Laura (inviato il 14/11/2008 @ 15:14:54) # 41 Vedi Laura, avere la certezza del futuro è un dono troppo prezioso che merititerebbe di essere usato per prevedere cicloni, terremoti, guerre, piuttosto che la catastrofe del nostro governo. Non capisco perché se lo Stato aumenta il bollo, l'ici, la successione, applica nuove tasse, nessuno sciopera. La metà, e oltre, del nostro reddito se ne va per le tasse e questo basterebbe per organizzare scioperi nazionali ogni giorno. LA META'. Una metà che potrebbe migliorare molto la nostra vita, ma che, al contrario potrebbe toglierci quel cervello e quelle gambe di cui parli. I ricchi sono già ricchi, e comprendono anche gli amici di quelli che organizzano scioperi contro questo governo. In una Italia dove le banche speculano ovunque e non danno prestiti strozzando le aziende in difficoltà e quelle in crescita, dove la maggior parte dei dipendenti pubblici è inconcludente, menefreghista. Un'Italia dove lo Stato da contributi, disoccupazione, mobilità, sgravi, ecc. ecc.., dove molti italiani devono mettere in vendita la casa perché non riescono più a pagare il muto, altri la perdono. Bhè, davanti a queste vergogne italiane, il problema della scuola non mi sembra che abbia tutta questa priorità. C'è gente che si toglie la vita perché ha perso il lavoro, o perché ha perso l'azienda. C'è gente che lo stipendio non l'ha mai avuto e vive nelle baracche. Sembra retorica vero? Per me conta questo piuttosto che le ipotesi di cosa farà il governo. Di Carlo (inviato il 14/11/2008 @ 16:30:01) # 42 A questo punto, secondo il tuo ragionamento, ti posso dire che anche la fame e la miseria diventano una priorità, perciò non lamentiamoci di niente! Ma nemmeno dell'ICI (se lo paghi una casa ce l’hai!) o dei prezzi salati nei supermercati! E soprattutto, visto che non ci siamo mossi prima, non muoviamoci nemmeno ora! Non regge questo discorso, se si può fare qualcosa si deve andare avanti. Forse non ti rendi conto che sono una persona molto più scettica di quanto sembra. Non credo in un miglioramento concreto, ma se posso fare qualcosa per svegliare nelle persone un po' di attenzione critica, lo faccio. Soprattutto per far capire che non dobbiamo diventare passivi davanti ad un meccanismo che punta solo a questo. Il mio scopo è solo QUESTO. Le opinioni possono essere diverse, ma la consapevolezza dei problemi no. Un piccolo inciso che mi riguarda, chiedo scusa perché non voglio coinvolgere i fatti personali, ma è necessario. Non ho voluto sminuire le situazioni di povertà di determinati paesi, anzi, nel mio piccolo, mi dedico concretamente anche ad essi, ma questo non mi impedisce di guardare anche ad altri problemi. Anche se per molte persone non sono una priorità! Di Laura (inviato il 14/11/2008 @ 19:43:56) # 43 un punto di vista degno di un provincialotto datti una svegliata và Di Antonio (inviato il 15/11/2008 @ 10:42:30) # 44 A chi è riferito? Di Laura (inviato il 15/11/2008 @ 16:23:25) # 45 Carlo, devi sapere che anche grazie a "..queste vergogne italiane..." (che poi non sono solo italiane), che sicuramente vanno riviste e moralizzate, ma che comunque rappresentano la presenza dello Stato nella società (Stato sociale), L'Italia e l'Europa in generale stanno sicuramente meglio dell'America (USA) dove, dopo anni di MERCATO LIBERO, il Governo "rientra" nella società per attenuare il TONFO del modello economico e sociale del liberismo. In Italia molti faticano a pagare il mutuo e qualcuno non ci riuscirà, in America hanno dovuto bloccare d'urgenza migliaia di procedure di sfratto e sequestro delle case. In America lo Stato "rientra" nella società, in Italia lo si vuole far uscire (ad esempio privatizzando l'università). In ogni caso "segare" le gambe alla scuola significa precludere a figli e nipoti il futuro. La Scuola e l'Università non scioperano solo per i posti di lavoro ma soprattutto perchè i tagli vanno a colpire gli studenti molti, dei quali, è probabile che non potranno più permettersi di frequentare l'università. A chi giova questo: ai ricchi e potenti o alla gente comune che stenta ad arrivare a fine mese? E' per questo che la Scuola e l'Università sono una delle priorità... Di Biagio (inviato il 16/11/2008 @ 17:28:16) # 46 ragazzi, che figura.. ah ah.. leggere per capire.. http://www.tusciaweb.it/notizie/2008/novembre/20_56caprarola.htm Di io (inviato il 21/11/2008 @ 14:35:05) # 47 GLI antichi ROMANI, che avevano capito tutto, dicevano... DIVIDI ET IMPERA.. ed oggi lo fanno i politici.. che pieni di soldi e sempre piu' grassi, impongono le diete al cittadino bue... il quale si divide fra destra e sinistra, dimenticando che nel palazzo sè magna sia a destra che a sinistra.. sveglia.. un barbiere al senato italiano guadagna piu' di un senatore americano.. un barbiere.. figuriamoci i politici.. i piu' pagati del mondo.. e i piu' fannulloni.... Di Geronimo (inviato il 22/11/2008 @ 10:48:21) # 48 Grazie Io, ho letto la risposta sul tuscia web... Ma Pontuale sarebbe l'assessore alla cultura? quello che dovrebbe diventare sindaco de Caprarola? Ao'! Se cominciamo adesso cò le figuracce... figuramese quando sarà sindaco. Ma se segue le orme del precedente c'è da aspettasse una bella carnevalata. Meditiamo, meditiamo Di Francesco (inviato il 26/11/2008 @ 18:26:52) # 49 Ma una donna come sindaco a Caprarola sempre del centro-destra chiaramente, non ce ne sono in attesa.Forza donne fatevi avanti! Di spike (inviato il 27/11/2008 @ 13:20:53) |
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